mercoledì 7 settembre 2011

L'unica soluzione possibile

Siamo in un mare di guai. Ma nessuno ha il coraggio di dirlo. Nessun politico ha la forza di mettere il suo bel faccione da 23mila euro mensili davanti ad una telecamera per dire al popolo italiano che la situazione economica del nostro paese e dell'intera Europa è dieci volte peggiore di quella che i devoti camerieri giornalisti si affannano a comunicarci.

Il problema economico è gravissimo e va oltre ogni immaginazione. Le fonti parlamentari parlano di un deficit astronomico per il quale non esiste alcuna soluzione monetaria. Non basteranno i 47 miliardi di euro in tre anni come non sono bastati le centinaia di miliari di euro già dati alle banche nel corso degli anni precedenti.
E non basteranno le leggi restrittive, gli aumenti delle tasse, la decurtazione degli stipendi, il blocco degli aumenti di questi, i tagli alla spesa pubblica e neanche la caccia agli evasori fiscali. Saranno solo paliativi che non creeranno alcun riparo dal crack economico verso il quale stiamo inesorabilmente andando.

La manovra finanziaria di questi mesi è talmente inutile e inconsistente, rispetto alle esigenze economiche effettive, che sta inducendo i ministri e il loro entourage ad apportare continui cambiamenti, modifiche, cancellazioni e annullamenti delle normative che pare non trovino una risoluzione.

Ciò è dovuto non tanto alla incapacità degli addetti ai lavori, (quella l'abbiamo constatata già da diversi anni), quanto all'inesistenza di una fonte finanziaria adeguata alle esigenze. Insomma, possiamo venderci le mutande che abbiamo addosso e farci pignorare quelle che ancora sono nel cassetto, ma il ricavato non coprirà il deficit esistente.

Lo sanno la Germania, la Francia, l'Italia e tutti i paesi della Ue, compresa l'Inghilterra, dove la situazione economica è tra le più disastrate.

La banca centrale, e l'indotto finanziario che gira attorno, ha creato un buco nero che sta ingoiando qualsiasi cosa vi sia nel suo raggio d'azione, ed è un raggio molto ampio che non salva nessuno. Lo spettro che si sta sempre più avvicinando è quello che comparve già nel 1929, quando cadde il potere d'acquisto e le borse precipitarono ai minimi storici. La conseguenza fu la distruzione di milioni di posti di lavoro e di altrettante famiglie ridotte sul lastrico.

Ma, se in quel periodo il fascismo riuscì a fermare le prime onde di uno tzunami economico spaventoso, i governi e le banche di oggi non hanno messo alcun argine di protezione. Anzi, sia i primi quanto le seconde, sono state le dirette responsabili dello tzunami che si sta abbattendo sull'economia dei diversi paesi europei. E va sottolineato che all'epoca, ogni nazione aveva il proprio conio e che l'Italia stampava moneta, forte della propria sovranità di Stato.

Molti italiani, indotti da informazioni contorte e false, credono di essere prossimi all'uscita del tunnel creato dalla crisi. Ma, purtroppo, il peggio deve ancora venire.

In Parlamento regna il caos e questo è un dato di fatto che può conoscere solo chi ha la possibilità di vedere con i propri occhi ciò che sta accadendo. Un caos dove i politici si stanno affannando a trovare una soluzione che sanno essere inesistente è che sarà impossibile trovare fin quando i loro tentativi di risanamento economico si baseranno sulle attuali regole di mercato.

L'unico modo per uscire da questa strada che porta verso il baratro si trova esattamente dalla parte opposta dove il governo sta guardando nel disperato tentativo di trovare valide soluzioni.

I politici di tutta Europa, i nostri compresi, stanno spremendo un limone che contiene ormai ben poco. Dopo questa inutile, ma cruenta, manovra finanziaria, saranno necessarie altre restrizioni e sacrifici. E per attuarle saranno costretti ad agire direttamente sui soldi dei cittadini perché con ulteriori tagli alla spesa pubblica si rischierà di cancellare lo stato sociale.

Purtroppo tutti i politici parlamentari sono legati mani e piedi ai poteri economici bancari. La loro genuflessione ed il loro servilismo cieco e totale, portato avanti nel decenni passati, ha creato ciò che oggi viviamo. E ancora una volta, i governi hanno garantito gli incassi ai soliti noti e le incombenze economiche alla popolazione. Criteri, questi, che non possono non far decadere ogni credito nei confronti di chi ci ha governati in nome e per conto degli istituti bancari e degli speculatori internazionali.

Criteri che dovrebbero far riflettere, se non i politici, il popolo tutto il quale dovrebbe costringere i primi a  trovare le soluzioni dei problemi cambiando completamente il modo di vedere le cose.

Non sono i metodi finora usati che ci porteranno fuori dal suicidio economico, ma è l'applicazione di una metodologia diversa ed è l'individuazione di obiettivi decisamente opposti a quelli attuali  da colpire che ci faranno uscire da questo tunnel dove si vede solo il nero del fondo.

Vanno cancellati i debiti verso le banche. Vanno nazionalizzati gli istituti di credito. Va statalizzata la Banca d'Italia. Devono essere colpiti con mandati di cattura o  arresti immediati i banchieri e gli speculatori responsabili del crollo dell'economia nazionale. Vanno espropriati i loro beni, tutti, da quelli patrimoniali a quelli monetari per rimpinguare le casse dello stato. Vanno sancite nuove leggi per i rapaci banchieri e i cinici speculatori in base alle quali sia chiaro che ogni speculazione economica, indipendentemente dal suo valore, volto a danneggiare e/o distruggere l'economia nazionale sarà considerato come un attacco allo stato, quindi come atto terroristico e danno della nazione, e come tale sarà punito, con l'aggravante della speculazione economica, cosa che dovrà comportare detenzioni lunghissime ed espropriazione di tutti i beni appartenenti ai responsabili oltre che l'applicazione della perpetua morte civile.

I tassi di interesse dovranno essere decisi dal governo con un tetto massimo oltre il quale a nessun istituto di credito sarà concesso andare. Le banche private dovranno essere controllate da un organo di governo e non da altri banchieri come succede attualmente, e sarà il governo a decidere nelle dispute tra banca e cittadino.

Ma soprattutto, dovrà essere ripristinato il conio della lira con monopolio di Stato, l'uscita dall'Unione Europea e la dispensa dal rispetto delle regole di qualsiasi trattato sottoscritto con gli altri stati, compreso quello di Schengen, con il ripristino, quindi, delle frontiere e del relativo controllo d'entrata degli stranieri.

Non si comprende, in effetti, come sia possibile continuare a dare ancora asilo politico a centinaia di migliaia di rifugiati extracomunitari, mantenendoli di sana pianta, quando una crisi economica di questa portata sta facendo rischiare la bancarotta di Stato. Altresì non è comprensibile come sia ancora pensabile una unione europea con moneta unica quando è proprio questa la cagione dei mali finanziari ed economici delle nazioni.

Ma la cosa che ancor meno è comprensibile, oltre che inaccettabile, è la presenza dell'Inghilterra all'interno della BCE benché non faccia parte dell'Unione Europea. La Gran Bretagna gode del potere decisionale, al pari degli stati europei che si sono uniti, sulle questioni finanziare relative all'euro nonostante continui ad avere la sterlina come moneta corrente. Eccezioni incomprensibili, se non si supponesse la presenza di una forte influenza massonica e sionista di quel paese all'interno di ogni attività economica bancaria.

L'uscita dall'euro è possibile e non comporterebbe certo quella caduta economica che la UE continua a strombazzare. Anzi, la caduta economica si avvererebbe per gli stati rimanenti. Basta rendersi conto delle conseguenze che scatterebbero con l'uscita dal'euro di una qualsiasi nazione.

Se l'Italia uscisse dalla Ue, gli  altri paesi sarebbero costretti a chiudere il buco lasciato dal nostro allontanamento. Ciò porterebbe alla creazione di un'altra crisi che si poggerebbe su quella già esistente. Ma sia la prima, quanto la seconda, cadrebbero unicamente sugli stati  a moneta unica.

Il nostro paese ne rimarrebbe fuori, magari messo in un angolo, sotto l'aspetto commerciale e finanziario. Ma intanto gli altri paesi si dissanguerebbero per ingrassare i banchieri della BCE e del FMI cadendo nel baratro dell'inflazione. Questo ci gioverebbe perché con 10 mila lire gli italiani potrebbero acquistare persino i loro immobili. A quel punto le importazioni costerebbero molto poco allo stato italiano e le esportazioni costringerebbero gli altri stati a debiti spaventosi. Sarebbe una spirale senza fine per gli altri. Tutto questo, ovviamente, potrebbe accadere solo se il valore della lira italiana venisse considerata al di fuori delle attuali regole di mercato e nel ripristino del valore monetario pari alla giacenza aurifera nazionale. Nessun governo al mondo, nessuna banca, piccola o grande che sia, potrebbe contestare il valore della nostra moneta e i tentativi infami dei soliti banchieri con naso da corvo si infrangerebbero sugli scogli della nostra sicurezza economica.

In tutto questo vi sarebbe, poi, lo svincolo dalle regole capestro imposte dall'UE sull'industria, sulla produzione agricola, (e quindi anche sulle quote latte), sulle imposizioni commerciali ecc...

Ma per attuare questo sistema di cose vanno mandati via tutti i politici di palazzo. Vanno messi a tacere tutti i pataccari gridaioli che cambiano bandiera e partito a secondo della propria convenienza personale. Vanno destituiti d'autorità tutti i nomi e le facce di coloro che hanno sempre mentito quando hanno detto che il loro lavoro era dedicato al bene del Paese, mentre veniva compiuto per saldare indissolubilmente i loro interessi privati con  quelli degli speculatori finanziari e bancari. Ed oggi, a pagare lo scotto dei loro intrallazzi siamo noi, popolo italiano, a cui è stato dato l'onere dei pagamenti e la dispensa dagli onori degli incassi.

Insomma, va cacciata una intera classe politica legittimando il popolo a riprendere in mano la propria libertà, dignità e capacità intellettiva. Combattere in qualunque modo sia necessario questo stato di cose non è solo un nostro diritto, ma è una nostro imprescindibile ed inderogabile dovere.

Come è sempre stato ribadito, la situazione attuale in cui viviamo, è di certo colpa diretta di questa canea di politici incapaci. Ma indirettamente, la colpa di tutto questo, ricade per intero su un popolo che, ancora oggi, ha come obiettivo massimo quello di far eleggere tizio al posto di caio, non comprendendo che sia l'uno quanto l'altro sono due facce di una stessa medaglia, ovvero sono entrambi al servizio di un solo padrone: il massone banchiere sionista.

2 commenti:

  1. quanto dite è a dir poco un discorso anarchico,
    l'unica cosa gusta che dite è che le banche non
    possono essere governate da una banca centrale che
    non può stampare moneta...
    per quanto riguarda i politici penso che siano
    in un futuro prossimo con molti problemi...
    l'ultimo grande statista a livello mondiale,pur
    con tutte le sue colpe è stato bettino craxi,e
    l'unico che è riuscito a fare dell'italia una
    nazione il caro benito...

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  2. Pubblicammo questo articolo nel Settembre di quest'anno, quando al governo c'era ancora Berlusconi. Con una incredible preveggenza asserimmo che la finanziaria di 47 miliardi in tre anni non sarebbe bastata per placare la fame insaziabile delle banche, e che ci sarebbero state altre restrizioni economiche per fronteggiare il debito bancario.

    Neanche avessimo saputo prima ciò che si sarebbe materializzate in seguito, abbiamo visto gli istituti di credito chiedere altri sacrifici ed altre restrizioni. Loro, però, cioè i fagocitatoti di denaro, sono riusciti ad andare anche oltre le peggiori previsioni. Alle nuove richieste di austerità e di povertà nazionale hanno aggiunto la presenza di un loro rappresentante, ( e che rappresentante!) affinché il tutto avvenisse sotto il diretto controllo dei poteri forti.

    Ora, noi saremmo stati anche anarchici nel prospettare soluzioni drastiche, ma è certo che non siamo stati né esagerati, né visionari nel vedere oltre il tempo.

    Forse, più che classificare politicamente quanto abbiamo proposto per uscire da questo tritacarne in perenne movimento, sarebbe il caso di valutare attentamente chi è cosa abbiamo al governo e quali sono le strade che ci ha indicato. Strade che, (torniamo a pronosticare), porteranno verso baratri dai quali ne usciremo solo con il versamento del nostro sangue, dato che il sudore lo hanno ormai già prosciugato.

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"Noi non siamo, no, dei rivoluzionari sovvertitori. Noi vogliamo che uno Stato forte risorga e per le Leggi comandi!" Cesare Maria De Vecchi, Ottobre 1922

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